Questa rubrica di “Storie di successo” è stata pensata principalmente per un motivo: ISPIRARTI.
Ognuna di queste storie può lasciarti qualcosa, sta a te coglierne il senso più profondo per trovare la tua personale chiave di volta.
Oggi ti parliamo della storia di Adolf e Rudolf Dassler, i founder di Adidas e Puma, due multinazionali dietro al quale si nascondono innovazione e cambiamento ma anche odio e rancore.
Pink Different crede senza dubbio nella potenza dei rapporti, di quel lato umano che deve, in un certo qual modo, collegarti alla realtà.
Crede nella gentilezza, nella gratitudine profonda verso se stessi ma anche verso il prossimo.
Quella che ti raccontiamo oggi, seppur non ci riguarda da un punto di vista strettamente umano, è una storia di ambizione, innovazione e concretezza.
Una concretezza che, anche se nata da una divisione e da un contesto storico “poco favorevole”, è dimostrata dai dati:
- Adidas con il suo “«Impossible is nothing» fattura 21,92 miliardi di €;
- Puma con il suo «Unleash your wild side» ne fattura invece 5,5 miliardi.
Tutto inizia nel 1924 in una cittadina tedesca della Baviera. Qui Adolf, visionario e sognatore, intuisce il bisogno di creare qualcosa di nuovo e di necessario: delle scarpe sportive.
«Un giorno i migliori atleti del mondo avranno ai piedi le mie scarpe. Mancano solo la materia prima e i soldi», questo è quello che aveva detto quasi un secolo fa.
Così decide di lasciare il lavoro in fabbrica e propone al fratello Rudolf (detto “il puma”) di unire le forze:
«Noi due, insieme, e nessuno più riderà di noi».
Questa storia ci ricorda qualcosa.
Pink Different, in fin dei conti, è nata esattamente così: dall’unione di due fratelli che amano il cambiamento e l’innovazione.
Dal valore della famiglia, dall’amore fraterno e dalla lealtà nel quale abbiamo tratto un nostro punto di forza.
E ognuno con la propria autenticità completa l’altro.
L’unione tra i fratelli Dassler però non ha funzionato, o almeno non come la intendiamo noi!
Ora capiamo insieme cosa li ha spinti a dividersi e in che modo sono nati due grandi marchi che oggi fanno parte della nostra quotidianità.
Chi erano i fratelli Dassler?
Prima di dar vita ai brand che conosciamo oggi, i fratelli Dassler lavoravano insieme per raggiungere lo stesso obiettivo.
La loro unione era perfetta per portare avanti un’attività commerciale: il primo era un visionario stacanovista capace di realizzare scarpe e prodotti sportivi all’avanguardia, mentre il secondo era tagliato per la vita imprenditoriale e sapeva fiutare meglio gli affari.
Ad ogni modo grazie al lavoro di Rudolf i primi risultati non tardarono ad arrivare: per la prima volta, nel 1928, le rivoluzionarie scarpe chiodate in punta da loro create, vennero richieste dagli atleti per affrontare le Olimpiadi di Amsterdam.
Gli affari andavano bene, il rapporto tra i due fratelli anche, l’unione delle loro menti sembrava al tempo inarrestabile.
Cosa li ha portati a dividersi e a creare rispettivamente Adidas e Puma?
Nel 1936 i due fratelli divennero gli sponsor di Jesse Owens, il protagonista indiscusso dei Giochi Olimpici di Berlino di quell’anno.
L’atleta vinse infatti quattro ori mentre ai piedi indossava proprio le scarpe dei Dassler, che incrementarono ulteriormente il fatturato.
Tre anni dopo scoppia la seconda guerra mondiale e cominciano i primi problemi.
Adolf, contrario al conflitto e silenzioso obiettore del nazismo, dopo solo un anno fu riformato e mandato a casa mentre Rudolf, entrò nella Gestapo, la polizia militare del Reich.
Sui motivi della loro effettiva divisione si sentono molte storie.
C’è chi parla di gelosia lavorativa, chi di una donna presente nella vita di entrambi, chi di rivalità esistita sin da quando erano piccoli.
Il motivo reale è però probabilmente legato alla loro diversa concezione sia per quanto riguardo la politica che il per il mercato più in generale.
Ad un certo punto hanno smesso di avere lo stesso obiettivo, hanno smesso di guardare insieme nella stessa direzione.
Nel momento esatto in cui è avvenuta la scissione anche la cittadina bavarese si è divisa in due fazioni. I nuovi marchi nati, Adidas e Puma, cominciano a competere tra di loro con tutte le loro forze. Entrambi vogliono essere i primi a migliorare le prestazioni degli atleti.
Tra i due, fin da subito, fu Adidas ad avere maggior successo, e questo è confermato anche oggi.
La cosa certa è che, a prescindere dall’odio e dalle tensioni, è grazie ad Adidas e Puma, due aziende rivoluzionarie e innovative, se l’abbigliamento sportivo si è legato a doppio filo con la tecnologia. Ed è grazie ai loro rispettivi founder se nonostante siano passati anni, davvero tanti, non sono stati spazzati via da un mercato, sempre più competitivo.
Cosa puoi prendere da questa storia:
- SE HAI UN’IDEA E NON È CONDIVISA, VAI PER LA TUA STRADA;
- PENSA IN GRANDE;
- CIRCONDATI DI PERSONE CHE GUARDANO NELLA TUA STESSA DIREZIONE;
- CREA QUALCOSA DI DIFFERENTE.
Quello che ci insegna Adolf quando dice «un giorno i migliori atleti del mondo avranno ai piedi le mie scarpe» è che se vedi qualcosa di differente, qualcosa che gli altri non riescono a vedere o a pensare, devi insistere su quello.
Se c’è qualcosa che ti piace fare, più di quello che fai oggi, se c’è qualcosa che non funziona al quale tu hai trovato una soluzione, perché non fare qualcosa per cambiare?
Puntare su qualcosa che ti piace, ti appaga e ti permette di star bene, con te stesso e l’ambiente circostante, è ciò a cui bisogna arrivare.
Credici, nulla è folle se ti spinge a vivere la vita che desideri!
Se hai un’idea (magari un po’ folle!) e non sai come renderla concreta, scrivici per una consulenza!
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