Oggi ti parliamo di Babbo Natale, l’iconico uomo del Natale, della magia dei regali dalla lunga barba bianca e l’asso del marketing Coca-Cola.
Babbo Natale e il suo inevitabile collegamento con il marchio Coca-Cola sono la conferma di quanto un brand possa influenzare la nostra immaginazione e di quanto la nostra mente sia attirata dalle immagini, dai colori, dalle parole e dalle storie.
L’uomo dei regali dalla corporatura paffuta, la barba candida, il cappello con il pompon, il sacco sulle spalle e ovviamente il rosso del suo abito, esistevano già prima? Sì.
Coca-Cola ha elevato ancora di più la sua figura? Assolutamente sì.
Noi di Pink Different siamo certi che questa sia una delle migliori qualità del marketing: donare qualcosa.
Non ci fermiamo infatti alla mera vendita del prodotto o del servizio, vogliamo lasciare ai nostri clienti qualcosa di più. Un lavoro senza tempo, umano e di qualità.
Vogliamo dimostrare che ci sono sì delle regole da seguire, dei metodi che funzionano e che è bene osservare, ma non vogliamo mai dimenticare una cosa fondamentale: MANTENERE LA PROMESSA.
Essere coerenti e rispettare il valore della propria azienda, proprio ha fatto Coca-Cola.
Vediamo ora insieme tutti i passaggi di questa incredibile e fruttuosa strategia di marketing, di un brand che nel 2019 ha fatturato 37,27 miliardi di $ e che all’interno del suo impero (impero nel vero senso della parola) conta oltre 700mila dipendenti, di cui 2.000 nelle sole sedi italiane.
Chi era Babbo Natale prima di Coca-Cola?
Le origini di Babbo Natale, a dirla tutta, risalgono al Medioevo.
In principio la sua figura era strettamente legata alla religione, si parla infatti di un Santo, San Nicola, che la notte del 6 dicembre consegnava regali con indosso una veste vescovile, guarda caso rossa e bianca.
La sua figura ha avuto una prima evoluzione nel 1800, quando da santo è diventato un personaggio folkloristico. Il cambiamento è avvenuto grazie alla canzone “It was the night before Christmas” e a Charles Dickens. Poi quasi 50 anni dopo Thomas Nast, un illustratore statunitense, di origine tedesca, considerato il “Padre del Fumetto Americano”, lo rappresenta per la prima volta con i tratti che conosciamo oggi: barba bianca, cintura nera in vita, pancione e un sacco in spalla con all’interno tutti i regali da consegnare.
A renderlo leggermente diverso da come lo immaginiamo oggi era la sua espressione: decisamente troppo seriosa.

Chi è diventato Babbo Natale con Coca-Cola
Coca-Cola prende ispirazione nel 1931 proprio da questa rappresentazione, e lancia una campagna pubblicitaria sulle riviste più famose d’America. La campagna ritrae un Babbo Natale che alza un bicchiere colmo della bevanda frizzante accompagnato dallo slogan “Giù il cappello per una pausa rinfrescante”.
Haddon Sundblom, l’illustratore che per ben 30 anni ha dato vita alle pubblicità di Coca-Cola, non nega di aver preso ispirazione da Thomas Nast, ma di certo non si aspettava di cambiare così tanto le carte in tavole e di regalare al personaggio alto e barbuto un’icona così importante e riconosciuta.
Con Sundblom Babbo Natale riceve un tocco più umano, un’espressione più amabile, molto più simile a quello che conosciamo e che ha avvicinato la sua figura ai nostri cuori. È in questo periodo storico che il nostro uomo dei regali indosserà per la prima volta un cappello con il pompon e gli stivali neri.
L’obiettivo era di creare il vero e unico Babbo Natale, non un uomo con un costume.
La ripetizione di quest’immagini nel corso degli anni ci ha portato a fissare le caratteristiche del Babbo Natale di Sundblom nelle nostre menti, e lo ha reso il testimonial ideale per la Coca-Cola: molti oramai credono il rosso del vestito di Santa Claus sia stato deciso proprio dalla multinazionale. Ed anche se questo non è vero, è invece realistico comprendere quanto il marketing dell’azienda sia stato decisivo e incisivo e di quanto la nostra mente sia influenzabile.
Babbo Natale non indossa il rosso di Coca-Cola, ma Coca-Cola indossa il rosso di Babbo Natale.
E se la matematica non ci inganna, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.
Merito della magia o della pubblicità?
Insieme al suo Babbo Natale, Coca-Cola è diventata un simbolo laico del Natale, e il suo fatturato è cresciuto di anno in anno, fino a raggiungere l’incredibile livello di oggi.
Oggi più che mai se si pensa al Natale, si pensa a Coca-Cola.
Merito della magia o merito della pubblicità?
Noi diremmo merito della magia della pubblicità, considerando che vale più della Budweiser, Pepsi, Subway e KFC messe insieme.
PS: Quest’anno per continuare a regalare sogni e magie, anche Babbo Natale si è adeguato alle normative dell’emergenza sanitaria e alla digitalizzazione, quindi lasciate perdere il camino e controllate le e-mail…
Conoscevi già la lunga storia d’amore tra Babbo Natale e Coca-Cola?
Sei a conoscenza della potenza incredibile del marketing?
Se hai bisogno di strategia per il tuo brand, sei nel posto giusto.
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