In questo articolo ti parliamo delle 5 mosse per riuscire a progettare la tua vita come un vero designer, create da Bill Burnett e Dave Evenas in “Designing Your Life“. Nel mentre troverai delle verità scomode, non lasciarti abbattere, metabolizzale e fanne un punto di forza.
Secondo un’indagine dell’Istat 4 italiani su 10 non sono appagati dalla propria vita e 7 su 10 sono insoddisfatti del lavoro che fanno.
Questi dati, a dirla tutta, non ci impressionano affatto!
Le persone che sono pronte a fare della propria vita un capolavoro sono poche, ma non perché tutte le altre non lo vogliano, attenzione! Semplicemente alcuni hanno fatto propri tutti quei retaggi culturali secondo cui diventi qualcuno solo se hai un posto fisso, se hai una laurea, se ti sposi e ti moltiplichi – sì, come i pani e i pesci – entro un certo range di età (che poi chi l’ha deciso questo range lo vorremmo conoscere!).
Possiamo sintetizzare la scaletta dei luoghi comuni in 3 punti:
- Il titolo di studi ti rende superiore;
- Un posto di lavoro fisso porta alla felicità;
- Per fare determinate cose c’è un’età.
Ora trasformiamo queste 3 affermazioni in qualcosa di reale e vediamo davvero come stanno le cose:
- 12,5 milioni di laureati non trovano lavoro. Il 26,9% dei giovani italiani attualmente occupati ritiene che il lavoro svolto non abbia alcun tipo di connessione con il proprio percorso di studi o di formazione. Un ulteriore 22,6% individua qualche elemento di affinità, ma solo marginale;
- Posto fisso, stipendio fisso e felicità in realtà non hanno alcun collegamento.
Cosa ci dici di quei 7 italiani su 10 insoddisfatti del loro lavoro?; - Cecilia Cantarano, una tiktoker di 19 anni, guadagna 1500€ per ogni post su Instagram da quando ne ha 18.
Cristina Fogazzi, alias l’Estetista Cinica, nel 2019 ha raggiunto il successo e un fatturato di 29 milioni grazie al suo shop online all’età di 45 anni.
Con questi due esempi (opposti) trarrai da te le tue conclusioni circa al “per fare determinate cose c’è un età”.
Sintetizziamo ancora una volta:
ci hanno insegnato che sbagliare non va bene, che a 18 anni devi sapere cosa vuoi essere, che senza un titolo non sei nessuno, che il posto fisso è un luogo incantato, che i sogni hanno il sapore della perdizione e che va bene averli, ma nel cassetto ci stanno meglio perché la vita reale è un’altra.
Qui una domanda sorge spontanea: ma questa vita qui chi la vive?
Noi in quanto umani o noi in quanto robot?
La risposta vien da sé: noi e non ne siamo nemmeno soddisfatti.
Ahia… che disastro!
“Ma dopo tutta quest’analisi, dove volete arrivare?”
Hai ragione, veniamo subito al dunque!
Vogliamo dirti che non esiste una sola idea, un piano di vita unico che vada bene per tutti, un solo modo di viverla. Se la vita che hai non ti piace, non ti soddisfa completamente o non ti soddisfa solo una parte di essa, ci sono infinite possibilità di cambiamento e di correzione.
Immagina ora la tua vita come un processo.
Fai finta per un attimo che tu sia un designer e il tuo compito sia quello di progettarla.
Se ci pensi il designer, così come diverse figure professionali, risolve un problema.
Ecco, la vita è il tuo problema di design più grande a cui devi trovare una soluzione.
I designer sanno che la prima idea non è mai quella giusta, per questo generano quante più idee possibili in modo da poter esplorare diverse possibilità, molti futuri possibili. Per gli scrittori ad esempio funziona allo stesso modo, Heminguey diceva che la prima stesura di qualsiasi cosa è merda, e aveva ragione.
C’è un libro, a cui siamo particolarmente affezionati, che la pensa esattamente così.
Si intitola “Designing Your Life: build the perfect career, step by step” e parla di 5 semplici mosse per costruire una vita soddisfacente e piena di significato (piena di significato per te, per i tuoi valori, per la ricerca della felicità, della tua e non di quella degli altri!).
LE 5 MOSSE DI “DESIGNING YOUR LIFE”:
- Sii curioso
La curiosità rende tutto nuovo, spinge all’esplorazione, ti fa vedere opportunità ovunque e fidati ce ne sono tante, per tutti i gusti (+1).
E oltre a farti capire qualcosa in più sul mondo e sul rapporto con gli altri, ti insegna tanto anche su te stesso: ti aiuta a comprendere i tuoi scopi, cosa può piacerti e cosa no, quale direzione puoi e vuoi prendere.
- Prova cose
Smetti di preoccuparti, di analizzare, di ponderare: agisci.
Fai dei test, realizza un prototipo dopo l’altro finché non trovi quello che funziona.
Il motivo per cui spesso ci ritroviamo a fare cose che non ci interessano è perché non conosciamo altro. Questo passaggio è strettamente collegato con quello della curiosità.
Se non conosci varie opzioni come potrai trovare quella giusta per te?
- Riformula i problemi
Cambia prospettiva, un problema è solo qualcosa che non hai ancora capito.
Qui abbiamo parlato di problem solving, della capacità di eliminare o superare un problema (e no, non è una capacità innata!), ti consigliamo di dare una lettura a questo articolo anche perché, oltre ad esserti d’aiuto per la vita di tutti i giorni, quella del problem solving è una delle skills più ricercate nel mondo del lavoro.
Prova a vederla così: “Dietro ogni problema c’è un’opportunità”.
Sapevi ad esempio che Howard Schultz, il founder di Starbucks, ha ricevuto più di 200 rifiuti quando ha presentato il suo progetto?
Qui il problema non è stato uno solo, ogni no corrispondeva a una nuova difficoltà, per un totale di 200 problemi per il founder che oggi ha un patrimonio di 3,8 miliardi di $.
- Ricorda che è un processo
Sappi che è un processo. La consapevolezza che si tratta di un processo non ti farà sentire frustrato per i fallimenti che incontrerai, per i tanti prototipi che non funzioneranno.
Non sbagliava Paulo Coelho quando diceva:
“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!”
Sappiamo bene cosa significa, anche noi ci abbiamo provato e abbiamo fallito.
Ci abbiamo riprovato e abbiamo fallito ancora.
Eppure ciò che ci ha spinto a ripartire e a decidere con consapevolezza dove e cosa volevamo essere è stato proprio l’errore. Quando il piano A non ha funzionato abbiamo cercato di comprendere cosa fosse andato storto, cosa non avesse funzionato e così ci siamo creati un piano B.
- Chiedi aiuto
Non sei da solo, progettare è un processo di collaborazione, le idee migliori nascono in gruppo. Non possiamo fare tutto (e nessuno ci chiede di farlo!), chiedere aiuto, che sia esso un aiuto reale o un semplice consiglio, è segno di coraggio, per cui non c’è nulla di cui vergognarsi.
Da soli possiamo fare poco. Insieme possiamo fare molto.
Prima di metterti all’opera per adempiere al meglio a queste cinque mosse, ti consigliamo di porti delle domande interne, piuttosto personali.
C’è un dipinto di Paul Gauguin che si intitola: “Da dove veniamo?”, “Chi siamo?” e “Dove andiamo?” e che abbiamo già usato una volta per raccontarti di noi, qui.
Parti da queste domande, sbloccati, esci dalla bolla velenosa in cui ti costringe la società e trova la tua strada.
Non ti diciamo che sia un processo semplice, ma l’alternativa quale sarebbe?
Scegliere volutamente di non essere felice e appagato?
No, a noi non interessa. E a te?
A scuola non ci hanno insegnato che “possiamo diventare quello che vogliamo” ma stavolta potremmo provarci noi a dimostrarlo, con i fatti.
Designing your life, designing your job!
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