Non esiste più alcun campo, aziendale e non, in cui il vento della trasformazione digitale non si sia fatto sentire.
Le nuove tecnologie che esercitano questo cambiamento hanno nomi ben precisi e si chiamano Big Data, Blockchain, Cyber Security, Artificial Intelligence, Robotics, Cloud Computing, Virtual Reality, Augmenting Reality.
Se da un lato tutta questa innovazione consente di migliorare diversi processi e crea una maggiore produttività a costi sempre più sostenibili, dall’altro ci costringe a farci una domanda, che in realtà l’uomo ha cominciato a porsi molto tempo fa: saremo sostituiti dai robot? In molti definiscono l’avvento dei robot e dell’intelligenza artificiale come una vera e propria bomba sociale.
È pur vero che questa situazione negli anni ha portato via molti lavori che oggi non esistono più, ma è altrettanto giusto sottolineare quanto tanti altri siano stati inventati e plasmati grazie all’unione tra tecnologia e umanità.
Ora, con un esempio, vi parleremo del perché crediamo fortemente nei valori che ci contraddistinguono come essere umani e del perché siamo convinti che una macchina non potrà mai sostituirci a pieno.
Circa cinque anni fa a Nagasaki, in Giappone, è stato inaugurato l’Henn na Hotel, il primo albergo gestito da robot umanoidi. È parso a tutti come un segnale chiarissimo: l’automazione dei mestieri e il conseguente superamento dei lavoratori umani sarebbe arrivato più veloce di quanto pensassimo.
In realtà l’uomo non è stato mai dimenticato, nemmeno nel villaggio abitato dai robot. L’hotel ha infatti sostituito alcuni di essi con esseri umani, fatti in carne e ossa, risultati più efficienti nella gestione della reception e in diverse altre dinamiche: non avrebbero mai svegliato, ad esempio, un ospite che stava dormendo dopo aver confuso il suo russare con una richiesta vocale di qualche tipo (cosa che invece è realmente accaduta!). Certo, si tratta di un caso del tutto singolare, ma sottolinea in pieno qualcosa di cui proprio non possiamo fare a meno: le emozioni, i rapporti, gli sguardi e i sorrisi.
Lo stesso Elon Musk, l’imprenditore che ha sempre esaltato le capacità e le potenzialità dell’intelligenza artificiale, lo ha ammesso: “automatizzare eccessivamente le Tesla è stato un errore. Per la precisione, un mio errore. Gli esseri umani sono sottovalutati”.
La vera rivoluzione industriale consiste in una realtà in cui le macchine possano supportare l’uomo per sviluppare un lavoro che rasenti la perfezione. Ed è questo il motivo per cui le tecnologie, i robot e le intelligenze artificiali non possono somigliarci, anzi devono essere quanto più possibile diversi da noi. Devono accompagnare, supportare e completare l’uomo.
Inoltre, il ruolo di guida, rappresentato dal concetto di leadership, non sarà mai sostituito da una macchina perché è incapace di dargli lo stesso valore. Non potrà mai collegarsi in modo efficace con la mente umana, che è una realtà irrazionale, governata da meccanismi che sfuggono a qualsiasi logica, suscettibile e imprevedibile.
Una macchina potrà esercitare una leadership efficace solo su un’altra macchina, che pensa in modo logico e percepisce in modo oggettivo.
E invece è proprio questo che ci contraddistingue: la nostra irrazionalità. È lei a renderci così creativi, unici e insostituibili.
“Quando trattiamo con la gente, ricordiamo che non stiamo trattando con persone dotate di logica. Noi stiamo trattando con creature dotate di emozioni.”
Siamo immersi in un mondo completamente online, certi di avere tutto ciò che ci basta per essere felici, poi arriva una pandemia qualunque e ci rendiamo conto che l’unica cosa di cui hai bisogno davvero non riesce a regalartela uno schermo.
Siamo fatti di emozioni.
Tu credi che saremo sostituiti dai robot? O sei certo, come noi, che questo possa essere un cambiamento necessario per permetterci di essere sempre migliori?
A patto naturalmente di avere le giuste competenze, quelle richieste dal nuovo mondo in cui ci troviamo.
Cambiare significa diventare persone migliori. Everything changes, is necessary.