Questa rubrica di “Storie di successo” è stata pensata principalmente per un motivo: ISPIRARTI.
Ognuna di queste storie può lasciarti qualcosa, sta a te coglierne il senso più profondo per trovare la tua personale chiave di volta.
Oggi vi parliamo di Michele Ferrero, il papà della Nutella, l’uomo che ha portato una pasticceria di Alba a diventare una multinazionale del settore dolciario.
Innovazione, il giusto mindset e un amore spropositato per la sua terra, tutto questo ha reso Ferrero l’uomo più ricco d’Italia.
«Ecco cosa significa fare qualcosa di diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso ed è nata la Nutella; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che noi italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l’uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l’ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c’era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina, caldo, e io l’ho fatto freddo e senza bustina.»
Michele Ferrero si racconta così, anzi racconta la sua azienda in questo modo, tutti uniti per raggiungere lo stesso obiettivo: IMMAGINARE QUALCOSA CHE VADA OLTRE IL TANGIBILE.
Chi era Michele Ferrero prima di inventare la Nutella?
Un ragazzino con la passione per i dolci.
Suo padre già nel 1924 era pasticcere a Torino, in uno di quei bar eleganti che oggi profumano di storia. Fin dall’inizio collabora con i familiari e osserva con attenzione la creazione delle golosità inventate da suo padre Pietro, una figura fondamentale nella vita personale e per il suo futuro imprenditoriale.
A 32 anni si trova a guidare l’azienda in piena fase di sviluppo.
“Lavorare, creare, donare”, sono il motto di tutta la sua vita.
Se dal padre Pietro ha ereditato l’arte e la creatività, dallo zio Giovanni Michele scopre l’importanza dell’organizzazione commerciale e della mentalità d’impresa.

La sua fortuna ha un solo nome: Nutella
Non tutte le creme spalmabili nascono Nutella. Nessuna affermazione fu più veritiera! Questione di ricetta, di segreti e di grandi abilità, certo! Ma per Nutella si è trattato anche di fortuna, fato e intuito. Nutella nasce da una distrazione, anzi dal tenace potere della serendipità, ovvero della capacità di volgere a proprio vantaggio una distrazione o un imprevisto, grazie anche a un pizzico di creatività.
Pare che durante una torrida estate, i panetti di cioccolato creati in precedenza dal padre Pietro per gli operai che si fermavano davanti alla pasticceria, avessero cominciato a sciogliersi a causa dell’elevata temperatura, facendo diventare il Giandujot (l’antenato di nutella) inaspettatamente spalmabile.
Sono gli anni Cinquanta quando la Supercrema è sul mercato, una crema spalmabile a base di nocciola, cioccolato e olii vegetali. Nel 1962 una legge vieta l’utilizzo di superlativi e accrescitivi (“super”, “stra”, “iper”) per i nomi di prodotti alimentari e sarà proprio questa legge a decretare il successo della Nutella. Dall’esigenza di modificare il nome Michele unisce alla parola nut (che in inglese vuol dire nocciola), al diminutivo “-ella” che da sempre richiama a qualcosa di familiare e affidabile.
La vera domanda è: che mondo sarebbe senza Nutella?
Probabilmente faremmo fatica ad immaginarlo e in questo Ferrero ha vinto.
Ha creato un’emozione, non ha venduto solo un prodotto.
È il lato umano di Michele Ferraro ad avergli permesso di creare un impero dalla tale potenza economica e sociale. Un valore su cui ha insistito per tutta la vita è impresso nel concetto stesso di responsabilità sociale, non a caso una delle sue frasi più celebri è:
“La mia unica preoccupazione è che l’azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro.”
Cosa puoi prendere da questa storia:
- fai parlare la tua realtà;
- guarda oltre il tuo naso;
- lasciati ispirare;
- trai vantaggio dall’errore.
La rivista americana Forbes ha attribuito a Michele Ferrero un patrimonio stimato in 23 miliardi di dollari, facendolo di fatto risultare il più ricco uomo italiano.
Oggi l’azienda Ferrero con un patrimonio di quasi 25 miliardi di dollari è guidata dal figlio Giovanni, che ha continuato a condurre l’azienda all’insegna delle innovazioni richieste dal tempo in cui viviamo, senza mai dimenticarsi il luogo in cui il sogno aveva preso vita: un laboratorio di cioccolata tra le colline piemontesi.
Non riesci a immaginare di poter creare qualcosa di straordinario? Di essere unico?
Noi invece ci crediamo fortemente.
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- hai qualità compatibili ai progetti su cui lavoriamo;
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