In questo articolo ti parliamo di personal branding, ovvero di quel complesso di strategie messe in atto per promuovere se stessi, le proprie competenze ed esperienze, la propria carriera come se fosse, appunto, un brand.
Partiamo da qui: le persone non si fideranno di te.
O non subito almeno.
Per cui la prima cosa che ci teniamo a dirti è: “non è assolutamente una cosa semplice”.
Non ci saranno schiocchi di dita e un mare di follower, nessuno aspetterà il tuo post del sabato pomeriggio alle 15, nessuno li scriverà per te.
Quindi: se hai nulla da dire al mondo (ma poco ci crediamo, ognuno di noi ha una storia da raccontare e qualcosa da condividere), lascia stare.
Se invece la tua passione, le tue competenze e il tuo lavoro in generale ti fanno sentire vivo e senti il bisogno di condividerlo, beh, dovresti proprio cominciare a lavorare sul tuo brand!
Sì, sei un brand a tutti gli effetti.
Che cos’è il personal branding?
Secondo Jeff Bezos il personal brand è quello che le persone rimaste dicono di te quando esci dalla stanza.
E sì, possiamo dire che è esattamente questo.
Di certo la percezione data dal personal branding è cambiata negli anni con l’avvento dei social media, ma possiamo affermare che in realtà è sempre esistito.
Ricordi al liceo quando c’era il più popolare della scuola o la ragazza più bella di tutto l’istituto?
O ancora, quando qualcuno era il più bravo a giocare a pallone, e per noi diventava automaticamente un leader?
Ecco, quello non è altro che personal branding, cioè la percezione che abbiamo di una determinata persona.
Certo, non è una percezione studiata a tavolino, non è pensata per coinvolgere un grande pubblico magari, ma sempre di personal branding si tratta. Quindi possiamo metterla così:
“il personal branding non è altro che l’emanazione delle percezioni che gli altri hanno di noi.“
Immagina ora le tue sensazioni quando utilizzi un mac, quando apri una lattina di Coca-Cola, o quando pensi alla Red Bull e non puoi fare a meno di ripetere “ti mette le aaaliii”.
Il brand, il vero brand, ti fa vivere un’esperienza che resta impressa nella tua mente.
La stessa cosa vale per le persone. Anzi, forse vale anche di più per le persone.
Il nostro carattere e il carattere delle aziende rappresenta in qualche modo una serie di emanazioni, di percezioni che noi riceviamo; di immagini che costruiamo nella nostra mente, legate a quelle specifiche persone o a quegli specifici prodotti.
Perché è importante creare un personal branding nel 2022?
Quando facciamo personal branding, vogliamo costruire una percezione sul mercato della nostra persona. Essere percepiti come coloro che ‘sono esperti in qualcosa di specifico‘.
Fare personal branding ti permette esattamente questo: di differenziarti e, soprattutto, di farti ricordare.
Ora è arrivato il momento delle domande.
Se il tuo obiettivo è davvero quello di crearti una “reputazione professionale” sul web, queste sono le prime cose che devi chiederti:
- Qual è la tua unicità?
- E la tua competenza?
- Hai una storia da raccontare?
- In che modo sei diverso dagli altri?
- E perché meriti le attenzioni del pubblico?
Prenditi tutto il tempo che ti serve per rispondere a queste domande e non alzare la testa dal foglio (o dal computer!) fino a quando non avrai trovato una risposta a tutte. È il processo più importante, quindi occhio!

Come creare un personal branding: i primi 4 passaggi
Okay, sei davvero convinto allora.
Vuoi costruire un personal brand e noi vogliamo aiutarti a farlo.
In un periodo come quello in cui viviamo non potevi prendere decisione più giusta. Siamo convinti, da un po’ in realtà, che investire e puntare su se stessi sia la scelta migliore. Probabilmente la più difficile, ma senza dubbio la migliore.
Per cui forza, scopriamo insieme quali sono i primi 4 passaggi fondamentali per fare personal branding in modo efficace e coerente.
Ai dettagli ci penserai dopo, ok?
Cominciamo dalle basi.
Lezione numero 1: individua la tua autenticità
La base del tuo personal brand sei tu ed ecco perché, per iniziare, devi pensare a ciò che ti distingue dagli altri. In molti sono convinti che, per creare un personal brand efficace, sia necessario creare un’altra persona, una maschera da portare di fronte al proprio pubblico.
Ma questo non ha alcun senso, sei d’accordo?
Anche perché, alla lunga, le maschere sono davvero faticose da portare.
Nel momento in cui il pubblico si accorgerà che non sei autentico – e fidati, se fingerai prima o dopo accadrà – potresti perdere la tua partita da un momento all’altro.
Quindi: cosa significa trovare la propria autenticità?
Essere te stesso, niente di più semplice. Pensa alle tue passioni, ai tuoi interessi, a quello che più ti piace fare e che sai fare meglio. Questi sono gli elementi chiave che ti permettono di definirti come professionista, e prima di tutto come persona.
Lezione numero 2: individua il tuo pubblico
Ok, hai fatto ricerca su te stesso e dopo aver scavato a fondo, hai trovato la tua autenticità. Ora però devi capire a chi vuoi comunicarla. Qual è il tuo pubblico?
Scordati di poter parlare a tutti, ne abbiamo già parlato in quest’articolo e no, non è una grande strategia. Tutt’altro. Quando avrai capito chi compone il tuo pubblico, pensa a quali sono i suoi interessi, i suoi problemi e le sue esigenze.
Lezione numero 3: posizionati
Questo passaggio ci sta particolarmente a cuore. Senza posizionamento non si va da nessuna parte, lo ripetiamo spesso.
Ti spieghiamo cosa intendiamo con un semplice esempio.
Prendiamo in esame uno dei calciatori più famosi di tutti i tempi, Cristiano Ronaldo, che oltre a essere un calciatore è indubbiamente anche il numero 1 nel marketing e nella creazione di un personal brand.
Ok, senza girarci intorno, l’obiettivo reale del personal brand è il Brand Positioning, ovvero, il posizionare nella mente dell’utente il brand (in questo caso il nome di uno dei giocatori più forte di tutti i tempi), associato a una precisa particolarità.
Noi ci occupiamo esattamente di questo, di posizionare il tuo brand sul mercato e nella testa del tuo potenziale cliente.
Passiamo dalla strategia del marchio alla ricerca di mercato, dal branding verbale alla progettazione del logo…
E tutto questo ha a che fare con la tua capacità di offrire qualcosa di diverso e unico, in grado di creare nella testa del cliente la percezione che «sì, sei tu lo specialista in quella determinata categoria di prodotto di cui ha bisogno».
Ovviamente potremmo fare tantissimi altri esempi, vedi Dario Vignali o Chiara Ferragni, o ancora Cristina Fogazzi alias l’Estetista Cinica.
Insomma, senza posizionamento non vai da nessuna parte!
Lezione numero 4: pianifica la comunicazione
Ora sai chi sei tu, chi è il tuo pubblico e cosa vuoi/puoi offrire. Ma tutto questo non deve restare rinchiuso nella tua testa!
Devi iniziare dunque a comunicare il brand, attraverso il tuo sito web, il tuo blog, i tuoi podcast, i tuoi social network, il tuo canale YouTube, o qualsiasi altro mezzo di comunicazione tu preferisca.
Devi curare la tua immagine a partire dalle foto fino ad arrivare al tono di voce, dal logo fino ai colori scelti per farti riconoscere. Tutti questi elementi devono essere coerenti tra di loro.
CONSIGLIO
Non creare subito dei contenuti per vendere: concentrati invece su articoli, video o podcast che possano effettivamente aiutare il tuo pubblico, così da costruire un rapporto di fiducia iniziale. Grazie a questa base di contenuti utili e spendibili, inoltre, riuscirai a posizionarti come un punto di riferimento nel tuo campo.
Se sarai bravo, i primi utenti inizieranno ad associare il tuo nome (anzi, il tuo nuovo brand!) alle tematiche di cui parli.
Ci sarebbero tantissime altre cose da analizzare, ma credici, questi sono i passaggi fondamentali. Se non fai un buon lavoro qui, e ora, non riuscirai a creare un vero e proprio personal brand.
Per cui… non ti resta che metterti al lavoro!
Se invece hai bisogno di un aiuto pratico per posizionare il tuo personal brand sul mercato e nella testa del tuo cliente, scrivici qui!
L’articolo ti è piaciuto? Lasciaci un commento, e grazie per essere arrivato fin qui!