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Se non lo paghi, il prodotto sei tu: perché i social sono gratuiti?

Ti sei mai chiesto perché i social che utilizziamo sono gratuiti? Come fanno a guadagnare? E come mai noi non paghiamo quello che di fatto è un servizio offerto?

La risposta l’hai già vista poco fa nel titolo: se non paghi un prodotto, significa che il prodotto sei tu.

Controlliamo ogni giorno le e-mail, guardiamo le stories di Instagram, scrolliamo la bacheca di Facebook, cerchiamo argomenti disparati su Google.

Chi più chi meno, ogni giorno, compie almeno una di queste azioni.

C’è un film, prodotto da Netflix circa un anno fa, dal nome “The Social Dilemma” che spiega bene tutti i retroscena alla base di queste azioni. Più che il film stesso, a spiegarli sono i massimi esperti di informatica, social e nuove tecnologie, in pratica coloro che hanno partecipato attivamente alla nascita e alla crescita di Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest.

Con questo articolo non vogliamo in alcun modo demonizzare il web o i social network, anzi, ti renderai sempre più conto dell’enorme potere che hanno, non solo in termini di denaro.
Ti sarà ormai chiaro che siamo innamorati del cambiamento, dell’innovazione e della tecnologia, per cui no, non è questo quello che vogliamo fare.
Piuttosto, quello che più ci preme è smuovere la tua curiosità e renderti sempre più un consumatore consapevole.
In che modo? In questo caso con il sapere, è questo il nostro invito.

Sii consapevole di come utilizzi i social e la rete, e fai in modo che il tempo trascorso davanti al tuo dispositivo elettronico possa esser in qualche modo d’aiuto per il tuo futuro, per il tuo progetto, per il tuo business.

Perché siamo attratti così tanto dai dispositivi elettronici?

Ogni nostra azione è strettamente collegata con la nostra psiche.
Per questo in diversi articoli abbiamo parlato dell’unione tra marketing e psicologia, tra decisioni e sensazioni.
Ne abbiamo parlato qui, con la teoria della reattanza psicologica; qui, con il neuromarketing e con il processo decisionale che avviene nella mente del cliente; e anche qui, quando abbiamo parlato dei bias cognitivi.

Ora, tornando alla domanda “perché siamo attratti così tanto dai dispositivi elettronici?”, possiamo risponderti così:
siamo come in una specie di incantesimo, intrappolati in una realtà virtuale dall’incredibile fascino. I migliori ingegneri della Silicon Vallery e del mondo più in generale sono riusciti con il tempo ad “ipnotizzarci” davanti ai nostri dispositivi elettronici. Subiamo pubblicità create su misura per noi e i nostri pensieri cambiano e vengono plasmati in base a quello che vediamo, leggiamo, sentiamo. In questo modo i profitti delle aziende aumentano a dismisura grazie a noi, che sfruttiamo al massimo i social e la rete.

Il prodotto sei tu e la tua mente 

Ogni azione che facciamo sul web viene registrata e catalogata da sofisticati computer e, grazie a complessi algoritmi, viene usata a fini utili a generare profitti. In pratica Facebook, così come Google e altre piattaforme ci fanno vedere solo cose che ci interessano, in questo modo ci “costringono” a rimanere sempre più connessi.

Si tratta di tecnologia persuasiva, una tecnologia progettata per modificare il comportamento delle persone, tramite appunto la persuasione.

Ti facciamo un esempio:
il tag nelle foto e la relativa notifica instantanea sono stati creati per caso?
No, certo che no! Entrambi questi elementi ti suggeriscono di aprire la foto in cui sei stato taggato, e tu sì, preso dalla curiosità e dalla voglia di ripostare, la guardi, tipo subito!
In questo modo i social sfruttano una serie di vulnerabilità della psicologia umana, all’interno del proprio contesto di riferimento, quello tecnologico, basato però sulla dipendenza e la manipolazione.

Come guadagnano i social network?

Non versi un centesimo per entrare nel tuo social preferito e utilizzarlo.
L’unico social che qualche anno fa era diventato a pagamento per un breve periodo era Whatsapp, ma la cosa durò davvero poco. Eppure devi sapere che la maggior parte del denaro che un social incassa arriva da te, da noi, da tutti coloro che lo utilizzano.

L’iscrizione è già di per sé un rilascio di dati. Nel momento in cui compili ogni voce lasci loro la tua identità: nome e cognome, data di nascita e luogo in cui vivi. Solo per citarne alcuni. Per non parlare poi dei like, dei commenti, delle persone cui interagisci che creano un bel quadro generale su chi tu sia, cosa ti piaccia fare e quali siano i tuoi interessi.

Tutti questi dati, moltiplicali ovviamente per milioni di utenti, vengono usati per definire quali inserzioni pubblicitarie e quali contenuti consigliare a ognuno.
Questo garantisce agli inserzionisti, che per quella pubblicità pagano somme notevoli, la miglior esposizione a un pubblico sicuramente interessato a quel tipo di prodotto.

Come dicevi? Gratis?
Mmh, sì. Ma non troppo.

Sì, il prodotto sei tu, questo ti rende un soggetto libero?

Puoi davvero sentirti libero in un mondo in cui si è continuamente sorvegliati, sollecitati a compiere una determinata azione e che prova a manipolare i tuoi pensieri?
Saprai quasi sicuramente che oggi i social network vengono utilizzati dagli psicologi del lavoro in fase di reclutamento e selezione del personale.

Loro controllano ogni tipo di social network, ed ecco che una persona che mette qualche “like” a una pagina chiamata “Legalize Marijuana” non è di certo la persona più adatta per un dato compito, qualunque esso sia.

Questo è solo un esempio, ma è un dato di fatto.
Il tuo, il nostro cervello è interamente manipolato e pensa un po’, il tuo futuro può addirittura dipendere da un like.

In The Social Dilemma c’è una frase che fa riflettere molto:

Molti credono che Google sia solo un motore di ricerca e Facebook solo un posto dove vedere cosa fanno gli amici, e non capiscono che le società competono per la loro attenzione, per tenere le persone incollate allo schermo. La nostra attenzione è il prodotto che viene venduto”.

È vero, i social hanno trasformato il nostro modo di comunicare e quello delle aziende, hanno cambiato il rapporto con il cellulare, hanno influenzato sotto ogni punto di vista la nostra quotidianità.
E per quanto ci ostiniamo a reputare tutto questo folle e poco “umano”, la loro presenza nella nostra vita è tangibile.
Vogliamo sottolineare però, che usarli in modo intelligente, può far la differenza!

Se vuoi fare dei social il punto di forza del tuo business, scrivici, cominciamo insieme da zero!
Se invece hai bisogno di una strategia mirata, scrivici comunque qui, sei finito nel posto giusto.

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Quì parleremo dell’arte del MARKETING, delle strategie che si poggiano su di esso, della conoscenza che si nasconde dietro ogni brand e progetto di successo, tale da creare senso di appartenenza e connessione.

Vi parleremo poi di quanto l’arte e il marketing
siano strettamente collegati, di quanto anche per un’azienda sia fondamentale coinvolgere emotivamente e lasciare al cliente qualcosa che vada ben al di là del prodotto o del servizio da acquistare.

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