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La legge del fallimento: quando fallire non è una sconfitta

In questo articolo ti parleremo di una delle 22 immutabili leggi del marketing: quella del fallimento. 

Se fallisci sei un fallito, questo ci hanno insegnato. Poi invece ci hanno detto che “errare è umano” e che il problema non sei tu, chiunque prima o poi vive una sua battaglia interiore con il fallimento.
E ce la siamo bevuta.

Oggi proveremo a dare la nostra risposta, ‘che di piani B e di errori ne abbiamo incontrati diversi e qualcosa a riguardo possiamo dirla.

Quella del fallimento è una di quelle leggi che può essere applicata anche nella vita quotidiana e non solo al business o al marketing. È infatti la paura di fallire che ci spinge a fare dei passi indietro anziché provare a creare qualcosa di straordinario.

Il punto è questo: il fallimento va messo in conto e accettato.
È una procedura senza la quale non saremo in grado di ripartire più forti di prima, di comprendere il perché delle nostre scelte fallimentari e non saremo nemmeno capaci di migliorarci.

Il fallimento ci rende vulnerabili ma allo stesso tempo umani.

Sappiamo bene cosa significa, ci abbiamo provato e abbiamo fallito.
Ci abbiamo riprovato e abbiamo nuovamente fallito.
Eppure ciò che ci ha spinto a ripartire e a decidere con consapevolezza dove e cosa volevamo essere è stato proprio l’errore. Quando il piano A non ha funzionato abbiamo subito cercato di comprendere cosa fosse andato storto, cosa non avesse funzionato e ci abbiamo lavorato su così tanto da creare un piano B.

È STATO IL FALLIMENTO A SPINGERCI VERSO UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA.

Gli sbagli che commettiamo soprattutto quando cominciamo un’avventura e lanciamo un nuovo progetto possono essere molti e riguardare diversi settori, per questo abbiamo parlato all’interno della nostra rubrica di business degli errori più comuni che commettono imprenditori. Per evitare di farli, vai qui!

 

Il fallimento ne “Le 22 immutabili leggi del marketing” 

Al Ries e Jack Trout, tra i maggior esperti di comunicazione e marketing, spiegano bene “la legge del fallimento” in “Le 22 immutabili leggi del marketing”, un libro che ha rivoluzionato il mondo del business e che continua a dire le sua nonostante sia stato scritto nel lontano 1993. Il manuale di chi ha avuto una visione chiara e completa di ciò che serve per avere successo nel mondo del business, lo trovi nella nostro libreria differente!

Nel marketing la legge del fallimento dice che: “ammettere un errore senza far nulla per risolverlo è pericoloso”.
La strategia migliore è quella di essere in grado di riconoscerlo con velocità e provare a limitare le perdite.
La prima cosa da fare è mettere da parte l’orgoglio personale e ragionare con il proprio team per capire in che modo si può arginare l’errore.

 

Esempi di fallimento che hanno portato a grandi successi 

Grandi imprenditori come FerreroFord, Howard Schultz e J.K Rowling, ci insegnano che il fallimento può essere un’opportunità per raggiungere il successo.

Nutella nasce da un errore. Oggi solo dallo stabilimento di Alba vengono prodotti oltre 550.000 vasetti al giorno.

Lo stesso Henry Ford, fondatore della Ford Motor Company, prima di giungere al successo e costruire il suo primo modello di automobile, fallì diverse volte a tal punto da essere radiato dall’industria automobilistica.

Howard Shultz, il founder di Starbucks, racconta così il suo inizio: «All’epoca parlai con 242 persone e 217 mi dissero di no. È veramente sconfortante sentirsi dire così tante volte che la propria intuizione è qualcosa in cui non vale la pena di investire».

La Rowling prima di riuscire a pubblicare il suo primo libro, Harry Potter e la pietra filosofale, ha ricevuto un secco no da 11 casa editrici.

E ma…i migliori non falliscono!
Eccone un’altra, sì ci hanno insegnato anche questa: che quelli bravi non sbagliano mai!

Questa però non è la realtà. Ti sbagli. Si sbagliano.
Spesso dietro a grandi idee, invenzioni e innovazioni si nasconde un errore o semplicemente un fallimento, tale da spingere l’ideatore stesso a rimettersi in gioco al 100%.

Spesso dietro a grandi idee, invenzioni e innovazioni si nasconde un errore o semplicemente un fallimento, tale da spingere l’ideatore stesso a rimettersi in gioco al 100% e gli esempi a cui abbiamo fatto riferimento lo confermano.

Quando un imprenditore in Italia fallisce gli si aprono davanti le porte di uno scenario apocalittico, cupo e irrecuperabile.

I motivi per cui questo accade sono due:

1. amiamo la stabilità;
2. non siamo propensi a cambiare, e ne sappiamo così poco che crediamo che il cambiamento sia automaticamente una condizione migliore a prescindere, deve andare tutto liscio.

Gli americani invece dicono: “fail fast, fail often“, ovvero fallisci in fretta, fallisci spesso.
Prova subito se la tua idea funziona, così da iniziare a perfezionarla. È fondamentale concedersi la possibilità di sbagliare, perché dietro a ogni errore c’è un potenziale di crescita.

 

Come si applica questa legge alla tua azienda? 

Google, ad esempio, ha messo a punto una vera e propria strategia di apprendimento basata sull’analisi degli errori come forma di ottimizzazione continua del suo business, grazie alla cosiddetta cultura post-mortem.

Questa strategia ha un legame particolare con tutti quegli errori non controllati, che si accumulano nel tempo per poi diventare problemi difficili da superare.
Il post-mortem non è altro che un documento in cui sono rese note le cause che hanno portato all’errore e le eventuali azioni intraprese prima e dopo l’evidente fallimento, per evitare che l’errore si ripeta in futuro.

È il team a lavorare direttamente al post-mortem cercando di riflettere sull’errore trovato. Si individuano e analizzano le cause alla base dell’incidente in maniera costruttiva, senza «puntare il dito contro nessuna persona o team coinvolto».

Google ci parla del post-mortem come di una vera e propria filosofia da estendere all’intera cultura aziendale.

Ad esempio è fondamentale cercare un feedback da parte dei propri dipendenti. Non deve esserci paura per un eventuale rimprovero, il collaboratore altrimenti tenderà a non fornire i dettagli necessari per comprendere com’è nato il problema, le sue cause, gli effetti e le operazioni messe in atto per risolverlo (che sono poi tutte le informazioni essenziali che compongono il documento post-mortem).

È fondamentale creare un dialogo aperto e costruttivo che faccia sentire tutti liberi di poter parlare degli eventuali incidenti. È un modo questo di promuovere anche la trasparenza e l’apprendimento.

L’idea di base è quella di formare una corporate culture che punti alla continua scoperta di nuove soluzioni, di alternative sempre migliori e soprattutto che comprenda a pieno l’errore e riparta di nuovo senza timore di ripetere lo sbaglio.

 

In realtà il fallimento è sopravvalutato, non fraintenderci, è importante, ma spesso ne siamo vittime.
Abbiamo paura di fallire e la paura ci porta in modo automatico all’interno di una condizione fallimentare di per sé: l’immobilità. La paura non ci rende mai abbastanza lucidi.

Invece il fallimento è parte integrante della nostra esistenza, sbagliamo da sempre per imparare a fare qualcosa di migliore, fin da quando nasciamo sbagliamo in qualcosa. Proviamo a camminare e cadiamo, ci rialziamo e cadiamo ancora, fin quando poi riusciamo a capire come si fa e restiamo in piedi. Questo è un ottimo esempio di come l’errore generi successivamente qualcosa di giusto, consapevole e straordinario.

 

Vivere senza fallire, significa vivere senza provarci.

 

Prova a esser fiero dei tuoi sbagli e mostra le tue cicatrici con orgoglio, non vergognarti, lascia che lo faccia chi non ha mai rischiato e ha barattato i suoi sogni con la certezza di vivere una vita facile ma senza ambizione.

Sarà l’energia sprigionata dentro di te dal fallimento la spinta più potente verso la felicità.

Nel marketing si tende a voler prevedere il futuro, ma questo purtroppo è impossibile.
Bisogna definire una strategia a breve termine, sarà la direzione ad avere invece una vision più lunga, ma che dovrà essere allo stesso modo coerente e flessibile.

Il futuro dicono sia sempre incerto, ma di una cosa siamo sicuri: “tutto è cambiato e nulla sarà più come prima!”

 

Hai un progetto nel cassetto che hai deciso di lasciare lì per la paura di fallire?
Hai già fallito e hai paura di scottarti di nuovo?
Come vivi il fallimento?

Se hai voglia raccontaci la tua storia.

PS: che sia chiaro, fallire significa provarci, e provarci significa vincere!

 

Se il tuo progetto necessita di un piano marketing scrivici per una consulenza! Daremo una risposta ai tuoi quesiti, analizzeremo gli errori (se ci sono!) e costruiremo insieme il marketing dello straordinario.

L’articolo ti è piaciuto? Lascia un commento, e grazie per essere arrivato fin qui!

 

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Quì parleremo dell’arte del MARKETING, delle strategie che si poggiano su di esso, della conoscenza che si nasconde dietro ogni brand e progetto di successo, tale da creare senso di appartenenza e connessione.

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